Il delirio e la colonia degli artisti di Astarte è una monografia che Edward Carnby ed Emily Hartwood trovano presso il sanatorio Derceto in Alone in the Dark (2024).
Alone in the Dark (2024)[]
Il documento si trova al piano terra di Derceto, su di uno scaffale della biblioteca, e può essere raccolto dal capitolo 4. Si tratta di un approfondimento sulla storia della piantagione ed in particolare sulla Colonia degli artisti di Astarte, sulla loro misteriosa scomparsa, e sulle sette pagane che hanno coltivato i propri culti nei territori di Derceto.
"Il delirio e la Colonia degli artisti di Astarte"
Una monografia
di
Yaël Klein
Edizione 1916 , Lumina
All'inizio del 1909, la vecchia piantagione di Derceto alla periferia di New Orleans fu trasformata in una colonia per artisti. Tre famosi artisti europei affittarono la casa e il terreno circostante della famiglia Ledoux. La colonia era sostanzialmente gestita da Sebastien Cortez, che venne giocosamente soprannominato il "Capitano" dai suoi collaboratori Williams Arges e Heinrich Cassel. La colonia esisteva da sei anni, finché un giorno tutti i dodici membri scomparvero nel nulla. Si pensa che la loro scomparsa sia collegata al disastroso uragano del 29 settembre 1915, ma non esistono prove a supporto di questa tesi. Tutti sapevano che partecipavano frequentemente alla vita notturna di New Orleans, che amavano organizzare feste e che contribuivano alle parate del Mardi Gras con "I pirati di Pontchartrain". Le informazioni sul loro stile di vita sono reperibili in quasi ogni rubrica di gossip, e può essere sintetizzato con due aggettivi: spensierato e bohémien.
Verso la fine del giugno 1909, il nome Astarte apparve per la prima volta sui giornali. Cortez affermò che il nome gli era venuto in mente mentre stava dipingendo. Prima di allora, nessuno aveva affermato di conoscere la dea fenicia della fertilità che porta lo stesso nome. Il suo amico colono Heinrich Cassel lo sapeva, perché in seguito realizzò delle scultura che mostravano chiari riferimenti agli antichi idoli della dea. È impossibile sapere con certezza come venne fuori questo nome, ma è interessante per via della storia di Derceto.
Anche Derceto è il nome greco della dea siriana della fertilità. Relativamente al nome della piantagione, la scelta di Derceto non fu sicuramente un caso. Sappiamo che Eliah Pickford intendeva costruire un tempio per il suo culto, in quanto aveva distribuito degli opuscoli due anni prima dell'acquisto del terreno in cui promuoveva le sue intenzioni. Quando la piantagione fu costruita, i suoi segua ci erano circa un centinaio tra uomini e donne, per gran parte navigatori, cimarroni e cajun. Per gli estranei, Derceto era registrata come una comune piantagione di schiavi, consentendo a Pickford e al suo gregge di rimanere nascosti per decenni.
La storia ufficiale è che il culto durò fino al 1862, quando l'esrcito dell'Unione bruciò la piantagione e disperse i residenti. A seguito della guerra di Secessione, nuove persone cominciarono a radunarsi nelle rovine di Derceto per inventare una nuova dea della fertilità: Shub-Niggurath. Sebbene Derceto sia un nome particolare, non è del tutto sconosciuto tra gli eruditi. Il nome di Astarte è altrettanto noto, e potrebbe essere stato scelto inconsciamente dagli artisti più istruiti.
D'altro canto, quello di Shub-Niggurath è molto inconsueto. È quasi impossibile che il popolo della Louisiana avesse mai sentito questo nome. Il nome è citato solo in libri rari, quali lo Unaussprechlichen Kulten e il Necronomicon, e si crede sia un imbastardimento delle parole arabe che significano "pertinente alla progenie oscura". I pochi paragrafi pubblicati sulla dea sono talmente sconcertanti che nessuno sano di mente vorrebbe creare un culto basato su tali valori. Il culto di Shub-Niggurath. fu difficile da sradicare, ma si crede che, nonostante i numerosi arresti dei seguaci da parte della polizia nel corso degli anni, il principale colpevole del fallimento del culto sia stato il culto stesso. Il che appare in linea con ogni episodio di attività settaria a Derceto.
Quando il capitano J.W. Norton dell'esercito unionista giunse sul posto, descrisse i residenti di Derceto come malnutriti e maniacali. Più i sodlati tentavano di salvarli, più quelli li contrattaccavano con ardore. Come se non vi fosse nulla che potesse fermarli dall'autodistruggersi.
Sebbene la scoparsa della Colonia degli artisti di Astarte resti un mistero, il tema ricorrente sembra suggerire che il suo fato abbia implicato un delirio e una bramosia di abnegazione per soddisfare quella dea della fertilità dai mille nomi.
Curiosità[]
-È probabile che il nome della redattrice di questo documento e della monografia Il pugnale del serpente, Yaël Klein, sia un riferimento a Yael Barroz, programmatrice del primo Alone in the Dark alla quale si deve il design dell'originale villa Derceto, e moglie di Frédérick Raynal.
-La compagnia editrice Lumina, citata in questo documento e ne Il pugnale del serpente, è la stessa che ha pubblicato la pergamena Il pugnale del sacrificio di Otto Stern nell'originale Alone in the Dark.
-Il "Capitano" Cortez citato nella monografia è un riferimento all'omonimo personaggio di cui tratta il documento I figli del sole e delle tenebre, mentre Heinrich Cassel condivide il nome con quello dello scrittore del Demonia Particularis, apparsi in Alone in the Dark.