Il pugnale del serpente è una monografia che Edward Carnby ed Emily Hartwood trovano presso il sanatorio Derceto in Alone in the Dark (2024).
Alone in the Dark (2024)[]
La monografia si trova nella camera da letto del dr. Gray, nel capitolo 4. Si tratta di una monografia che analizza il pugnale del serpente usando una traduzione del De Vermis Mysteriis:
"Il Pugnale del serpente"
Una monografia
di
Yaël Klein
Edizione 1916 , Lumina
Nel libro di Ludvig Prinn sui rituali pagani, intitolato "Il mistero della tomba" secondo la traduzione di Nicolas Vachey, sono presenti diversi riferimenti a un pugnale sacrificale chiamato il Pugnale del serpente. È sempre stata considerata una pessima traduzione del testo originale. Tradurlo come "Pugnale del verme" dal latino Vermis Cultrum, sarebbe stato più appropriato. Questa reazione sembra più che naturale, considerato che la traduzione del titolo originale del libro di Prinn, De Vermis Mysteriis, dovrebbe essere "Il mistero del verme". Tuttavia, questo avrebbe distolto dall'immenso sforzo di Vachey di tradurre il significato latente delle parole e rivelare diverse credenza culturali. Mentre Prinn stava certamente usando il termine "verme" come un simbolo o una sineddoche della morte e dei morti (intento chiarito dai contenuti del libro), nel caso del pugnale non dovremmo essere troppo frettolosi a scartare la sua traduzione.
Leggendo la corrispondenza tra Vachey e il suo committente, sembra che avesse a disposizione molto più del semplice testo in latino. Vachey aveva indagato sui parenti di Prinn, e scoperto parecchi testi storici con riferimenti incrociati e un vero pugnale con un serpente. Il pugnale risaliva agli inizi del Medio Regno egizio, e la sua forma era talmente simile a quella di un'onda, che Vachey fu tentato anche di chiamarlo "Lama sinusoidale". Conoscendo tutta la storia, appare sensato che abbia deciso di usare il termine "serpente" anziché "verme". Questa scelta terminologica ci aiuta a comprendere in vari modi i pagani che il libro di Prinn tenta di descrivere.
Il valore simbolico della forma si fa più evidente leggendo la parte relativa all'uso del pugnale. Nel passaggio su possessione ed esorcismo troviamo: "Il Pungale del serpente avvelena l'avvelenatore all'interno della vittima e viene pertanto placato." Sebbene il testo ci stia dicendo che il Pugnale del verme trionfa sul demone che possiede la vittima, non ci rivela altro sul ragionamento. Soltanto che questo pugnale sconfigge un demone, come se avesse avuto la mano migliore a poker. La traduzione di Vachey ci consente di seguire la logica sottostante il rituale magico che viene eseguito. Avvelenare l'avvelenatore sarebbe come dire che il fuoco combatte contro il fuoco. Che per nuocere al demone che possiede la sua vittima, i sacerdoti dovrebbe combatterlo con un potere noto allo stesso demone contro cui stanno lottando.
"Pugnale del serpente" non è quindi soltanto una buona soluzione per descriverne la forma, ma anche un aiuto fornito al lettore affinché riesca a contemplarlo in quanto strumento utile all'esorcismo. Infine ci aiuta anche a comprendere il legame con la follia, poiché concepito come qualcosa che avvelena la mente.
È interessante anche notare che i posseduti vengono sempre considerati avvelenati nella testa e non nel cuore. Il Pugnale del serpente attraversava sempre l'occhio dei posseduti, lasciandoli parzialmente ciechi nel caso fossero stati tanto fortunati da sopravvivere.
Curiosità[]
-È probabile che il nome della redattrice di questo documento e della monografia Il delirio e la colonia degli artisti di Astarte, Yaël Klein, sia un riferimento a Yael Barroz, programmatrice del primo Alone in the Dark alla quale si deve il design dell'originale villa Derceto, e moglie di Frédérick Raynal.
-La compagnia editrice Lumina, citata in questo documento e ne Il delirio e la colonia degli artisti di Astarte, è la stessa che ha pubblicato la pergamena Il pugnale del sacrificio di Otto Stern nell'originale Alone in the Dark.
-Il nome del traduttore Nicholas Vachey fa riferimento a Philippe Vachey, compositore delle musiche dell'originale Alone in the Dark e a Nicolas Deneschau, autore del libro Les dossiers Alone in the Dark: Enquête sur les origines du survival horror.